Carissimo Don Giuseppe,
è per me un onore prender parte oggi, insieme alla nostra comunità, ai festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della Sua Ordinazione Sacerdotale.
Cinquanta anni sono un periodo di per sé molto ampio, ancora di più per un pastore di anime in tempi di rapide trasformazioni.
Penso che Ella abbia potuto professare il suo Ministero, quasi attraversando vere e proprie epoche: periodi non facili che han visto cambiamenti radicali come, per esempio, un rapido passaggio da una pratica religiosa tradizionale e diffusa ad una più contenuta e discontinua, e ugualmente, da una concezione della famiglia stabile se non statica ad un ‘altra più inquieta e meno convenzionale… e così via.
Ella, dunque, ha dovuto tenere accesa la fiammella della fede in mezzo a questa rivoluzione dove la concezione Cristiana della vita chiede di esser reinterpretata e dove anche l’aiuto di vocazioni un tempo sufficienti se non abbondanti è venuto meno.
Eppure, proprio qui abbiam visto quanto valga la Sua presenza, l’azione pastorale franca e diretta, mai retorica né ammantata da formalismi e quindi testimonianza vera, la sua pacata lettura del Vangelo, e ci è parso di assistere ad un risveglio, in qualche modo anche locale, constatando una maggior partecipazione attorno a Lei ed ai suoi collaboratori, anche di giovani.
Da Sindaco, posso inoltre affermare che ho potuto toccare con mano la Sua carità, fatta con molta discrezione, ma portata in tutta concretezza e immediatezza quando è stata necessaria, e questo ci dice che Ella, Don Giuseppe, non ha mai rivolto lo sguardo dall’altra parte.
Ancora devo rimarcare la sua opera a favore degli immobili Parrocchiali (il prezioso restauro della Trinità, l’investimento sul cinema Parrocchiale, ora l’attenzione per l’Oratorio).
Non posso dimenticare inoltre il periodo del Suo arrivo in questa Parrocchia, circa vent’anni fa.
E qui, conoscendola – e volendo un po’ sdrammatizzare -, devo dire che molte volte in seguito mi son chiesto: cosa avrà pensato il Don? “Ecco, mi mandano in una Parrocchia che appartiene ad un’amministrazione Cremonese, eppure si vanta di avere l’anima Mantovana e la cui gente sembra parlare con un accento bresciano… ma come possono esser fatti questi ostianesi?
E poi sì, lo devo dire, questa domanda me la faceva cercando di capirne di più, proprio la sua carissima mamma che pure amava definirsi “Bresàna dalla lèngua scèta” e che qui vorrei ricordare con immenso affetto.
Altro tempo è passato e, dopo un po’ di rodaggio, ci siamo ben conosciuti anche nei nostri difetti così come nelle qualità, siamo pervenuti alfine ad una confidenza quasi familiare come talvolta solo nei piccoli paesi può accadere e quindi, don, ci siamo capiti: grazie e nel possibile resti ancora a lungo tra noi.
IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE