TRENT’ANNI FA L’ATTENTATO DI VIA DEI GEORGOFILI CHE DISTRUSSE UN’OPERA DELL’OSTIANESE BARTOLOMEO MANFREDI

L’attentato di Via dei Georgofili, una delle tragedie più oscure dell’Italia recente, rimane vivo nella memoria collettiva del paese come un simbolo di violenza gratuita e insensata. Avvenuto la notte del 27 maggio 1992 a Firenze, quest’evento drammatico ha causato la morte di cinque persone innocenti, fra cui due bambini, e ha causato danni inestimabili al patrimonio artistico e culturale.
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L’esplosione, causata da una Fiat 126 imbottita di esplosivo e parcheggiata nei pressi della Torre dei Pulci, è stata attribuita alla mafia, precisamente alla famiglia dei Corleonesi. Il messaggio dietro questo atto, apparentemente, fu di intimidazione nei confronti dello Stato che stava portando avanti il cosiddetto “maxiprocesso” contro Cosa Nostra. Gli effetti della detonazione devastarono l’intera strada e danneggiarono gravemente gli edifici circostanti, compresa la Galleria degli Uffizi, uno dei più prestigiosi musei del mondo. La perdita di vite umane e il danno al patrimonio culturale furono immediatamente riconosciuti come una tragedia nazionale.
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Negli anni successivi, l’attenzione si è concentrata sulla ricerca di giustizia per le vittime dell’attentato. Diversi mafiosi, tra cui Toto Riina e Bernardo Provenzano, sono stati condannati per l’attentato, ma molti ritengono che la verità completa sull’attentato di Via dei Georgofili non sia mai stata del tutto rivelata.
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In quell’attentato venne distrutta un’opera dell’ostianese Bartolomeo Manfredi, pittore caravaggesco del primo Seicento, noto per la sua abilità nel rappresentare scene di vita quotidiana con un tocco di drammaticità. L’opera gravemente danneggiata, una delle più significative, è “I Giocatori di Carte”. Quest’opera raffigura una scena popolare e realistica: un gruppo di uomini assorti in un gioco di carte. Il dipinto rispecchiava la visione caravaggesca dell’arte di Manfredi, con una forte attenzione ai dettagli e un uso di luce e ombra che dava vita a un’atmosfera intensa e palpabile.
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Il restauro dell’opera, seppur parziale, di Bartolomeo Manfredi rappresenta un incredibile successo nella lotta per preservare e riconquistare il patrimonio culturale italiano. L’iniziativa “La cultura contro il terrore” promossa dal Corriere Fiorentino, è un esempio lampante di come l’arte e la cultura possano servire da potenti strumenti di guarigione. La raccolta fondi ha permesso di raccogliere 26.527,50 euro, una cifra significativa che ha sicuramente contribuito in maniera decisiva al restauro dell’opera.
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Questo restauro non è solo un trionfo tecnico per i restauratori coinvolti, ma è anche una vittoria simbolica per l’Italia e il mondo intero. Dimostra che, nonostante le atrocità commesse, l’umanità può riunirsi per riparare e recuperare ciò che è stato perduto.
“I Giocatori di Carte” è ora più che un dipinto: è un simbolo di resistenza, di resilienza e del potere della cultura di opporsi alla violenza. La sua perdita è stata un colpo devastante, ma il suo restauro ci ricorda che l’arte e la cultura possono sopravvivere anche alle più oscure tragedie.