Percorsi Ciclabili

Ponte della barca

Descrizione del percorso

Lo scopo primario di questo ponte ciclabile è la riattivazione di una antica via di comunicazione che costeggia il paleo-alveo del fiume Oglio, sulla riva sinistra nella direttrice est-ovest, e attraversa il corso del Mella quasi in prossimità della sua confluenza nell’Oglio.
L’importanza storica di questa strada, nata in epoca medioevale, è ampiamente testimoniata da diversi elementi tra i quali il più meritevole di menzione è la presenza, sul suo percorso, di ben cinque Pievi romaniche; pievi, che disposte su una linea pressoché retta, ne dimostrano l’esistenza anche per quei tratti ove il tracciato è andato perduto nel corso del secolo scorso.
Tali significative costruzione di stile romanico furono edificate, nel corso dei secoli XI XIII, dalla potente Abbazia di Leno la quale, avendo ampia giurisdizione su questa parte della pianura Padana, aveva intrapreso una imponente opera di bonifica del territorio il quale presentava, prima di tali interventi, un aspetto essenzialmente paludoso.
Il carattere “costiero” del percorso ne denota l’importanza quale via strategico-commerciale: dato ulteriormente comprovato dai toponimi che si ritrovano sul suo percorso.
Nel caso particolare il luogo dove si è ricostruito il ponte è comunemente noto come “Punt de la Barca”; toponimo che testimonia la presenza, fon da epoche antiche, di un punto di passaggio sul fiume Mella: dato inoltre testimoniato da alcune mappe del secolo XVIII conservate presso l’Archivio di Stato di Brescia.
Di una struttura fissa di passaggio del corso d’acqua, si hanno notizie a partire dalla fine del Settecento. Si trattava di un’opera realizzata in legno che subì danni notevoli durante una eccezionale piena nel 1889; danni per i quali si rese necessario ridurre il suo utilizzo a transito esclusivamente pedonale.
Nel 1892, dopo aver esaminato diversi progetti, il Comune di Ostiano affidava alla Società Nazionale delle Officine di Savigliano con sede a Torino, la realizzazione di un ponte in ferro con relative spalle in muratura. L’opera realizzata in quell’occasione non era destinata a lunga durata poiché nel 1925 uno dei piloni, in seguito al passaggio di un mezzo pesante, cedette costringendo il Comune di Ostiano a interdire il passaggio a qualsiasi mezzo, pedoni compresi.
Nel 1935 il ponte veniva completamente smantellato e, nonostante la volontà più volte manifestata dalle amministrazioni comunali susseguitesi nel corso degli anni e la pressione più volte esercitata dalle popolazioni locali, l’importante via di comunicazione venne abbandonata ed in tale stato di abbandono è rimasta sino alla realizzazione, nel 1999, di un nuovo ponte ciclabile che finalmente pone fine a questa incongrua divisione delle due sponde del fiume Mella nel suo tratto finale e apre la via ad interessanti itinerari.

Inquadramento territoriale – Percorso delle Pievi

Morfologia

Lungo il percorso del Ponte della Barca, si possono osservare alcuni elementi che caratterizzano il paesaggio della pianura Padana.
Questo paesaggio apparentemente piatto, ad una attenta osservazione svela particolari forme originatesi in tempi antichissimi.
Circa 1,5 milioni di anni fa, dopo il ritiro del mare che occupava tutta l’attuale pianura, si verificarono eventi glaciali. Nell’alternanza dei periodi glaciali con quelli più tiepidi, detti interglaciali, le acque di scioglimento delle nevi e dei ghiacci, trasportarono a valle i materiali morenici costituendo così depositi alluvionali di spessore decrescente dall’alta alla bassa pianura. Questi depositi costituirono il “livello fondamentale della pianura”.
Concluse le attività glaciali, è il fiume che continua l’evoluzione del territorio incidendo il piano fondamentale. Risultato di questa attività, sono le “valli fluviali”, delimitate da “scarpate morfologiche” più o meno alte, che le separano dal livello fondamentale della pianura.
Nella valle dell’Oglio si possono osservare “terrazzi” di 8-10 metri di altezza nella zona compresa tra Ostiano e Canneto sull’Oglio mentre verso la foce, tra Marcaria e Viadana, il dislivello scende a 1-2 metri.
In relazione all’attività che il fiume ha svolto nel tempo, si possono avere anche “terrazzi interni” che si sono formati in seguito ad una ripresa dell’azione erosiva, passato un periodo in cui il fiume aveva depositato. Questo dipendeva dall’andamento climatico delle epoche storiche: nei periodi più freddi, i fiumi avevano portate minori perché l’acqua veniva trattenuta dai ghiacciai e di conseguenza anche la capacità erosiva diminuiva e il deposito aumentava. Durante le epoche più calde, l’azione era inversa: i fiumi, gonfi d’acqua, riuscivano ad incidere il terreno ed a crearsi nuove valli.
All’interno della valle fluviale, il fiume può scorrere liberamente erodendo, depositando e cambiando corso. Il deposito dei materiali avviene in modo fisico, quindi dove la corrente è più forte la sponda viene erosa (sponda esterna) e dove la corrente è più debole, avviene il deposito (sponda interna).
Il cosiddetto “salto del meandro” consiste nell’ampliare continuamente la “lunata” dell’andamento sinuoso del fiume, fino a raggiungere un’accentuazione tale, che in occasione di una piena, il fiume può sfondare il collo “saltando” il meandro e originando “lanche” e “morte” (vedi schema).
La “lanca” rimane collegata al fiume e quindi viene alimentata continuamente o almeno durante i periodi in cui la quantità d’acqua è sufficiente. Col passare del tempo la vegetazione colonizza le sponde e favorisce il deposito di materiale trattenendo i detriti e apportando materiale biologico. In questo modo l’evoluzione continua e man mano che il livello del terreno si innalza, il fiume influisce sempre più raramente, finché solo in caso di piena il vecchio meandro viene invaso dall’acqua. Quando il fiume non riesce più ad alimentare questa zona, che rimane quindi isolata, la lanca è detta “morta”. Col passare del tempo aumenta l’interrimento e scompare lo specchio d’acqua; il “paleo-alveo” (l’ex letto del fiume) rimane quindi come una depressione del terreno individuabile sul territorio. I relitti del vecchio corso del fiume sono evidenziati nella carta qui a fianco.

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